Pozzi abusivi negli stabilimenti balneari della costa apuoversiliese

Pozzi abusivi negli stabilimenti balneari della costa apuoversiliese

Federico Conti

di Federico Conti

Sistemi di prelievo non autorizzati sono stati scovati in diverse strutture turistiche dai finanzieri della Sezione Operativa Navale di Marina di Carrara durante i controlli eseguiti nelle settimane scorse.

Una ventina di pozzi artesiani abusivi sono stati scoperti dalla Guardia di Finanza in altrettanti stabilimenti balneari della costa apuana e versiliese. E’ l’esito dell’operazione “Aqua Munda” condotta dalla Sezione Operativa Navale di Marina di Carrara, partita a ottobre e terminata a maggio. Durante i controlli a tappeto eseguiti insieme alla Asl, i finanzieri hanno scovato, nel tratto da Marina di Massa a Viareggio, 18 sistemi non autorizzati per il prelievo di acqua della falda, utilizzata poi per irrigare giardinetti o più spesso per alimentare docce e lavapiedi. Ma non solo. A Massa due pozzi addirittura pescavano acqua in piena area SIR-SIR, ovvero in zone sottoposte a bonifica per inquinamento dove i prelievi sono assolutamente vietati.

In tutto i finanzieri hanno elevato sanzioni amministrative per 960mila euro e scoperto un’evasione dei canoni annuali per ulteriori 600mila euro: in tutto un ammanco per le casse della Regione Toscana di oltre 1,5 milioni di euro.

Un’indagine partita proprio su segnalazione della Regione, che partendo da una evidente discrepanza tra pozzi censiti e reali ha scoperchiato il proverbiale vaso di Pandora. Tanto che, all’indomani delle prime sanzioni a marzo, c’è stata la corsa dei balneari a regolarizzarsi. La sanzione media uno stabilimento pizzicato con pozzo abusivo è stata infatti di 42mila euro, potendo andare a ritroso fino ad un massimo di cinque anni di mancato versamento del canone.

Gli effetti dell’operazione sarebbero già misurabili in termini tributari: la regolarizzazione avrebbe già prodotto un’entrata mensile di 100mila euro nelle casse regionali. Ma prima ancora dell’aspetto economico c’è quello ambientale: grazie all’adeguamento degli impianti attraverso l’installazione dei contatori dei prelievi si è già registrata una riduzione del consumo di acqua e soprattutto un controllo della qualità delle acque con le dovute analisi microbiologiche.