Ospedale del Cuore: in un anno 300 interventi pediatrici al nuovo blocco operatorio

Ospedale del Cuore: in un anno 300 interventi pediatrici al nuovo blocco operatorio

Redazione

di Redazione

MASSA - Un anno fa l'inaugurazione del nuovo blocco, alla presenza del Maestro Andrea Bocelli e del campione del mondo Marco Tardelli. Oltre 2600 interventi di cui 300 su piccoli pazienti, implementazione della chirurgia mini invasiva e sale adatte al lavoro di team multidisciplinari

Un investimento da 17,7 milioni di euro (cofinanziato dalla Regione Toscana), il più grande dalla nascita dell’Opa, il progenitore dell’Ospedale del Cuore.

Quasi 3.200 metri quadrati, 6 sale (una in più del vecchio blocco) di cui 1 ibrida, fiore all’occhiello del nuovo blocco. Grazie ai suoi oltre 100 metri quadri e alla dotazione tecnologica d’avanguardia, la ibrida ha consentito interventi di altissima complessità che hanno richiesto la presenza di team multidisciplinari.

Il blocco operatorio ha accolto 2.625 interventi (dato aggiornato a fine aprile) di cui 317 su piccoli pazienti. In 120 casi la sala ibrida ha consentito interventi ad altissima complessità che hanno visto la collaborazione di figure professionali diverse. Dei 2.635 interventi, 1.679 sono state procedure emodinamiche eseguite attraverso l’inserimento di cateteri nei vasi sanguigni (come in caso di  ischemie ed infarti).

“La sala ibrida – spiega il dottor Giuseppe Santoro, direttore dell’unità operativa di Cardiologia Pediatrica – con l’impiego delle tecniche più innovative, ha consentito una stretta collaborazione tra cardiochirurgo ed emodinamista permettendo loro di lavorare come una squadra unica, con l’obiettivo del  miglior risultato per il paziente. Il nuovo blocco operatorio costituisce un sicuro volano per un migliore, più personalizzato e meno impattante trattamento di pazienti pediatrici  e adulti”.

Un concetto ribadito dal dottor  Marco Solinas: “Questo primo anno  del nuovo blocco operatorio – spiega – ha segnato un enorme passo in avanti anche nell’organizzazione del lavoro, ma ancor di più ci ha consentito di spingere le tecniche di chirurgia mininvasiva cardiaca, già utilizzate in Monasterio, al massimo delle loro possibilità. La sala ibrida offre una piattaforma su cui costruire una nuova chirurgia cardiaca sempre rivolta al paziente e sempre più mirata alle sue condizioni fisiopatologiche”.