VERSILIA - Prima sembravano una soluzione efficace per prolungare di un anno le concessioni. Adesso vengono portate in tribunale per essere annullate. Le delibere con cui i Comuni a dicembre hanno allungato sono finite nel mirino degli stessi balneari.
Non solo la diffida degli ambientalisti e dei movimento per le spiagge libere. Adesso anche gli stessi balneari della Versilia e della costa apuana impugnano le delibere con le quali alla fine di dicembre i Comuni costieri hanno esteso la validità delle concessioni demaniali di un anno, rinviando le aste al 31 dicembre 2024.
L’iniziativa è stata lanciata in queste ore dal Sib Confcommercio Toscana che sta attivando un pool di esperti tecnico giuridici per predisporre i ricorsi. Ma perché impugnare un atto che di fatto ha prolungato di anno la vita delle concessioni che per il Consiglio di Stato dovevano cessare con il 1° di gennaio?
Due i rischi che i balneari, a distanza di un mese, hanno ravvisato nelle delibere. Il primo è che di fatto molte concessioni che erano state già prorogate al 2033 sulla base della legge Centinaio si trovano di fatto accorciate al 2024. Il secondo è che i Comuni, affermando questa scadenza, si preparano di fatto all’allestimento delle gare già per questo anno. Dunque, entro pochi mesi.
“Un atto che giudichiamo illegittimo” – spiega il segretario del sindacato per la Versilia e Massa Carrara Luca Petrucci – “e oltretutto inopportuno politicamente, considerando il lavoro ancora in atto da parte dell’attuale Governo per risolvere una volta per tutte la questione delle concessioni, attraverso la cosiddetta mappatura”. I balneari sperano ancora infatti che l’esecutivo Meloni la spunti su Bruxelles escludendo gli stabilimenti dalla Bolkestein. Partita che resta ad oggi tutta in salita. Intanto la categoria resta in forte agitazione e si sta lavorando ad un nuova mobilitazione a Viareggio già per i prossimi giorni, slegata dalle sigle sindacali.