TOSCANA - Tre le proposte avanzate dagli agricoltori all'incontro a Palazzo del Pegaso: piano emergenza straordinario, ridefinizione dei confini aree non vocate e risarcimenti.
Un piano straordinario di contenimento per tornare a un equilibrio virtuoso riducendo il numero di ungulati, ridefinizione dei confini delle zone non vocate alla presenza di fauna selvatica per tutte le aree coltivate e revisione delle politiche di risarcimento per gli agricoltori, con attività di prevenzione a carico delle istituzioni. Queste le tre proposte avanzate da Coldiretti Toscana e AB Agrivenatoria Biodiversitalia all’incontro dedicato all’emergenza ungulati in Regione.
In Toscana ammontano a oltre 20 milioni i danni alle coltivazioni causati dai circa 400mila ungulati presenti nelle campagne. Tra le produzioni più colpite l’uva, i campi di mais e cereali, e ancora favino ed erbe mediche utilizzate per l’allevamento del bestiame, lenticchie e legumi, farro, orzo, castagne ed ortaggi a pieno campo. La principale calamità è rappresentata dai cinghiali responsabili dell’80% dei danni complessivi, seguita da caprioli e daini.