VIAREGGIO - Ci sono anche due società viareggine coinvolte nell'inchiesta della Guardia di Finanza di Ravenna su una maxi truffa sui fondi europei. Quattro persone sono finite in carcere, accusate di essersi intascate indebitamente profitti per circa due milioni di euro.
A cadere nella rete del gruppo criminale oltre 500 soggetti residenti in ben 13 regioni, tra cui la Toscana. A capo della banda un uomo 52 anni di Ravenna che prometteva a famiglie e a imprese di accedere a finanziamenti erogati dall’Unione Europea, anche in parte a fondo perduto. Soldi che ovviamente non sono mai arrivati in quanto i fondi europei erano del tutto inesistenti. In totale ha promesso finanziamenti per 50 milioni di euro.
Secondo quanto ricostruito dai finanzieri della Compagnia di Faenza, al centro del meccanismo di frode vi erano alcuni società, due di queste con sede a Viareggio, altre a Roma e Cagliari. Nei loro conti correnti venivano versate le quote richieste alle vittime per pagare l’istruttoria necessaria ad avviare la pratica di finanziamento. Questi compensi in parte finivano in tasca ai titolari delle stesse società (viareggini compresi); il resto invece andava in mano al 52enne ravennate. Grazie all’emissione di fatture false riusciva a far perdere traccia delle somme versate dalle vittime della truffa.
Quest’ultime erano spesso in difficili condizioni finanziarie. C’era chi chiedeva il finanziamento per compravendite immobiliari avendo già addirittura stipulato i compromessi contando su quei soldi. Ma anche chi doveva fronteggiare una crisi di liquidità familiare e che per pagare i costi di istruttoria aveva persino preso un ulteriore prestito a monte.