FIRENZE - Si tratta di investimenti voluti dalla giunta che serviranno a promuovere la cultura del rispetto e ad acquistare apparecchiature elettroniche di sorveglianza o utili a lanciare allarmi. In due anni i numeri delle aggressioni al personale sanitario sono praticamente raddoppiati.
La Toscana sta definendo precise linee di indirizzo per prevenire e gestire gli atti di violenza nei confronti degli operatori del sistema sanitario. Un fenomeno ancora troppo diffuso, confermato dai dati dell’Osservatorio regionale sul rischio aggressioni, con piu’ di mille solo nei primi sei dell’anno. La giunta regionale, su proposta dell’assessore al diritto alla salute Simone Bezzini, ha deciso di potenziare le misure di prevenzione e per questo ha stanziato due milioni e centomila euro.
La delibera arriva dopo un percorso di confronto con i rappresentanti sindacali della dirigenza medica e del comparto, gli ordini professionali e i rappresentati per la sicurezza e la prevenzione delle Aziende sanitarie ed ospedaliere che piu’ volte hanno denunciato i rischi del personale soprattutto nelle aree di pronto soccorso. Va promossa la cultura del rispetto e della fiducia nei confronti del personale perche’ spesso l’ansia – che sfocia in aggressione – scaturisce quando non sono chiari i tempi e i motivi dell’attesa o quando le persone che attendono non riescono ad avere informazioni sul familiare che si trova all’interno del pronto soccorso. La Toscana è stata una delle prime regioni in Italia ad aver istituito nel 2018 l’Osservatorio sul rischio aggressioni, che trimestralmente raccoglie i dati per avere piena consapevolezza della portata del fenomeno: su 55mila operatori del servizio sanitario, si sono registrate 752 aggressioni nel 2020, 817 nel 2021, 1258 nel 2022 e già 1027 nei primi sei mesi del 2023. Numeri assolutamente preoccupanti e in crescita.
Tra le idee un’app con cui seguire il percorso diagnostico, l’organizzazione di incontri di informazione e comunicazione, banner, poster, brochure e campagne sui social rivolte a cittadini.
Saranno poi rafforzate le misure di protezione degli operatori, installando nuove telecamere all’interno e all’esterno degli edifici sanitari, pulsanti di allarme collegati ad una sala di controllo presidiata, dispositivi di controllo degli accessi e pulsanti di emergenza indossabili con cui lanciare l’allarme ed essere geolocalizzati. Il personale sarà inoltre formato al riconoscimento precoce e alla gestione di comportamenti potenzialmente aggressivi.