PROV. LUCCA - Negli ultimi sei mesi registrato +37% di eventi estremi. La tendenza alla tropicalizzazione del clima causa anche in Toscana un drastico calo per i raccolti di frutta, ortaggi; la produzione si riduce anche per quanto riguarda cereali e latte.
L’ondata di calore di questi giorni è solo l’ultimo degli eventi metereologici estremi che sta segnando il comparto agro-alimentare toscano tra rese inferiori, prodotti danneggiati e mancati raccolti, oltre ai danni alle strutture e alle infrastrutture. Secondo le stime di Coldiretti Toscana nel primo semestre 2023 si è registrato sul territorio regionale un+37% di fenomeni atmosferici fuori dalla norma con bombe d’acqua, alluvioni lampo, grandinate e sfasamenti stagionali che evidenziano una preoccupante tendenza alla tropicalizzazione del clima. Così, dopo la siccità della scorsa estate e un inverno tra i più caldi della storia, agricoltori e allevatori si trovano adesso alle prese con gli effetti di una primavera pazza: a maggio sul territorio regionale sono caduti mediamente 132 mm di pioggia, l’85% in più di pioggia rispetto al periodo 1993-2023, pari a 61 mm. Una quantità eccezionale che ha ricaricato le falde, riportato il livello di riempimento di invasi e bacini ben al sopra il livello di guardia ed allontanato lo spettro aridità ma che ha provocato anche allagamenti nei campi seminati e rovinato i raccolti pronti per la vendita. Nella cerealicoltura ad esempio si raccoglie tra il 5 e il 10% in meno per il grano duro e il 10% in meno per il grano tenero, a causa delle rese inferiori dovute alle eccessive precipitazioni che hanno “slavato” le spighe e dei diffusi fenomeni di allettamento. Segno meno anche per la produzione di latte: il grande caldo assedia le fattorie dove le mucche, stressate da alte temperature e afa, stanno producendo fino al 10% di latte in meno. In questo scenario aumenta il numero degli imprenditori che ricorre a polizze assicurative agevolate che prevedono un forte contributo attraverso la misura per la Gestione del Rischio del 70% per le colture e del 50% per serre e zootecnia. Nel 2022 in Toscana sono state oltre 3mila le imprese che sono ricorse a questa forma di difesa, che ha permesso di erogare indennizzi complessivi per 12 milioni di euro a fronte di un valore assicurato di 182 milioni di euro secondo Codipra Toscano.