ROMA - Si aprirà a fine novembre il processo-bis in Cassazione sulla strage di Viareggio: a oltre 14 anni dal disastro ferroviario e a quasi un anno e mezzo dalla sentenza bis della Corte di Appello di Firenze. Questa mattina i famigliari hanno manifestato fuori dalla Corte Suprema per protestare contro i ritardi. "Vogliono proteggere chi è già condannato".
E’ stata fissata per il 28 novembre prossimo l’udienza per il processo bis in Cassazione sulla strage di Viareggio. Serviranno altri cinque mesi per fare ripartire il procedimento sul disastro ferroviario di Viareggio del quale il prossimo 29 giugno ricorre il 14esimo anniversario.
La data è stata comunicata a Roma direttamente ai famigliari che si trovavano a manifestare proprio fuori della Corte Suprema. Sono stati gli agenti della Digos a informare i parenti, appena arrivati, ma niente era ancora stato comunicato agli avvocati viareggini. Il presidio nella capitale, durato due ore, era stato organizzato proprio per protestare contro i ritardi dei giudici nel calendarizzare la prima udienza, ultimo atto di un processo partito dopo lunghissime indagini nel novembre 2013, ormai dieci anni fa.
Era il 30 giugno scorso quando la Corte di appello di Firenze aveva emesso la sentenza del processo di appello bis con tredici condannati e tre assolti. A dicembre erano scaduti i termini per il ricorso. A inizio maggio i legali dei famigliari hanno scoperto che il fascicolo non era ancora stato trasferito alla Cassazione. Solo dopo aver sollecitato la cancelleria e scritto al Ministro della Giustizia, nel giro di una settimana il dossier è arrivato a Roma. E solo oggi, dopo l’ennesima protesta – l’ultima fu all’arrivo del Giro d’Italia a Viareggio – è stata resta nota la data del 28 novembre.
“Ingiustizia è stata fatta, ancora una volta” – è il commento di Daniela Rombi, che insieme agli avvocati dei famigliari si aspettava di tornare in aula entro settembre. Il sospetto, che fanno fatica a nascondere, è che si sia tardata la calendarizzazione “per proteggere chi è già condannato”. L’imputato numero uno Mauro Moretti, all’epoca ad di Ferrovie, il 29 ottobre compirà 70 anni. L’età oltre la quale, usufruendo della legge ex-Cirielli (conosciuta come Salva Previti), potrà non scontare l’eventuale pena in carcere bensì ai domiciliari.