Viareggio - Sono terminate le operazioni di bonifica degli ordigni rinvenuti durante gli scavi sull'Aurelia al Varignano. Sono 90 i proiettili di artiglieria da 100mm trovati più una mina anticarro. Al lavoro gli artificieri del genio portieri di Piacenza
Doveva essere un intervento quasi di routine per il personale del 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza quello della bonifica del cantiere Gaia di via Aurelia al Varignano ma con il passare del tempo i militari si sono resi conto di trovarsi di fronte a qualcosa di ben più complesso.
Le operazioni sono iniziate intorno alle nove e trenta con le pattuglie della polizia municipale che hanno chiuso l’Aurelia, deviando le auto prima del passaggio a livello – a Est – e di fronte all’istituto De Sortis a Ovest.
Dal primo rilievo fotografico su cui si era basato l’intervento, risultavano essere presenti nello scavo due proiettili di artiglieria ed una mina anticarro. Un lavoro veloce dunque, categorizzato come “semplice” nella relazione dell’esercito.
Soltanto una volta iniziata la rimozione i militari hanno capito che le cose erano ben differenti. Quello portato alla luce dall’escavatore infatti è risultato essere un vero e proprio deposito di pezzi da artiglieria accatastati all’interno di un pozzo dall’Esercito Italiano alla fine della Seconda Guerra mondiale.
Il pozzo era stato coperto da una colata di cemento, pratica usuale durante gli anni 70 quando venivano rinvenuti ordigni bellici della Seconda Guerra.
Man mano che le ore passavano era un susseguirsi di proietti che emergevano dallo scavo.
Alla fine sulla strada si contavano 90 pezzi da 100 mm più una mina anticarro priva della spoletta. Insieme alle munizioni sono stati rinvenuti anche più di 50 chilogrammi di polvere esplosiva.
Un lavoro lungo e delicato quindi quello della bonifica che ha tenuto impegnati i militari per tutta la mattina e il primo pomeriggio. Alla fine tutto il materiale è stato trasportato in una cava a Montignoso dove è stato fatto brillare.