VIAREGGIO - Si è aperto a Lucca il processo a carico di Adelmo Ragoni, l’ultranovantenne accusato di tentato omicidio e porto abusivo di armi che lo scorso 19 gennaio si barricò in casa a Torre del Lago con il figlio Gianluigi, 45enne, per impedire che gli venisse notificato un accertamento sanitario obbligatorio.
Una prima udienza celebrata al Tribunale di Lucca che è stata subito aggiornata all’11 luglio quando saranno ascoltati i testi del pubblico ministero. All’anziano ex carabiniere, rinviato a giudizio lo scorso ottobre, sono stati revocati gli arresti domiciliari su richiesta del legale difensore, l’avvocato Maria Giovanna Brancati di Pisa. Si è costituito parte civile Marco Aurelio Filippi, il vigile del fuoco che venne ferito dal rimbalzo di un colpo partito dall’interno dell’abitazione. Un gesto – è la linea della difesa – che fu involontario.
Per il figlio Gianluigi, ex dipendente dell’ospedale di Pisa, è stata dichiarata l’incapacità di intendere e di volere. E’ stato in carcere a Massa e a Prato, e poi trasferito per motivi di salute in ospedale prima di essere affidato ad una struttura sanitaria finalizzata alla cura e riabilitazione.
Il processo dovrà fare luce su chi abbia effettivamente sparato quel giorno nell’appartamento di via Boheme. Padre e figlio – rimasti barricati per quasi dieci ore – furono entrambi sottoposti all’esame Stub che rilevò tracce di polvere da sparo su entrambi. La pistola, una calibro 22 detenuta illegalmente, fu ritrovata nella camera dell’anziano. Per porre fine a quella infernale giornata di paura e tensione, terminata a tarda sera con la cattura dei due uomini, fu necessario l’intervento delle unità di sicurezza dei Nocs al termine di una estenuante trattativa a distanza con i poliziotti.