Massa, Carrara e Montignoso si sono unite per difendere dalla chiusura lo stabilimento massese della Sanac. A Palazzo Ducale si sono riuniti per la prima volta in forma congiunta i Consigli comunali dei tre comuni costieri per unire la voce del territorio nei confronti del Governo e chiedere di salvare la società leader nella produzione di refrattari da anni in amministrazione straordinaria.
I rappresentanti sindacali degli oltre cento lavoratori hanno aperto la seduta chiedendo finalmente una soluzione, là dove hanno fallito gli ultimi cinque governi. Sono stati i rappresentanti sindacali ad aprire la seduta invocando una soluzione che manca da troppi anni.
Una platea paziente di lavoratori ha assistito al dibattito terminato con l’approvazione unanime di una mozione che impegna il Governo a trovare una soluzione. E la firma simbolica di un manifesto da portare a Roma a nome di tutto il territorio. I parlamentari massesi, eletti nel centrodestra, hanno annunciato le prime mosse.
La seduta è arrivata nel giorno in cui scade la manifestazione di interesse per rilevare il gruppo. Il terzo tentativo, dopo tre bandi andati a vuoto. Si spera che si faccia avanti Acciaierie d’Italia, società per metà statale che gestisce l’ex Ilva di Taranto, principale cliente di Sanac alla quale deve ancora 23 milioni di euro di forniture non pagate. Accusata di preferire da oltre un anno di rifornirsi in Polonia, aggravando la situazione.