PIANA DI LUCCA - Dati almeno all'apparenza sorprendenti sull'inquinamento atmosferico, dopo il terribile incendio delle colline versiliesi dei giorni scorsi. A fronte di un'ingentissima quantità di alberi bruciati in poco tempo, le rilevazioni delle centraline Arpat sulle polveri sottili hanno infatti registrato solo un giorno di sforamento dei valori limite a Lucca e nella Piana.
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Dati almeno all’apparenza sorprendenti sull’inquinamento atmosferico, dopo il terribile incendio delle colline versiliesi dei giorni scorsi. A fronte di un’ingentissima quantità di alberi bruciati in poco tempo, le rilevazioni delle centraline Arpat sulle polveri sottili hanno infatti registrato solo un giorno di sforamento dei valori limite a Lucca e nella Piana, con livelli comunque di molto inferiori a quelli di un’ordinaria giornata di inquinamento invernale nella Piana, per intendersi quelle in cui si emettono le ordinanze di divieto di uso dei caminetti.
In particolare, sorprendono i dati riguardanti la giornata di venerdì 22 luglio, quando nel pomeriggio la Piana e gran parte della Provincia di Lucca furono investite un’impressionante coltre di fumo e pulviscolo, spinta dal vento di mare. Ai Vigili del Fuoco arrivarono segnalazioni di odore acre addirittura da Pistoia e Prato. Eppure in quel giorno le centraline Arpat hanno segnalato valori di pm10 inferiori ai livelli di attenzione.
Eventualità che forse possono essere spiegate con particolari condizioni meteo ma che nel frattempo ridanno fiato alle polemiche di chi non crede che l’inquinamento da polveri sottili della Piana sia causato dall’abbruciamento delle biomasse. L’ambientalista Liano Picchi è già partito all’attacco.