VERSILIA - Il caso delle spiagge italiane torna sui tavoli della Corte di Giustizia Europea. Mercoledì mattina il Tar Lecce ha infatti rinviato ai giudici di Strasburgo la decisione in merito al ricorso presentato da alcuni operatori balneari pugliesi contro l'Antitrust che si era opposta all’estensione delle concessioni demaniali marittime al 2033.
La Corte Ue era già intervenuta sul tema delle concessioni balneari nel 2016 con la storica sentenza “Promo impresa” che aveva bocciato le proroghe automatiche stabilite dai governi italiani fino al 2020. Stavolta invece, attraverso i nove quesiti posti dal tribunale amministrativo leccese, si mette in dubbio la validità stessa della diretta europea Bolkestein. In sostanza, il Tar Lecce chiede se la Bolkestein sia applicabile anche di fronte ad uno Stato inadempiente come l’Italia, se sia auto esecutiva e soprattutto se sia compatibile con un meccanismo di indennizzi per i concessionari uscenti in caso di messa all’asta.
Una novità che restituisce fiducia ai balneari della Versilia e della costa apuana, gelati lo scorso autunno dal Consiglio di Stato che ha imposto le aste dal 2024. “E’ un ottimo risultato” – commenta al Tg Noi la segretaria regionale del Sib Confcommercio Stefania Frandi. “Ma serve comunque una soluzione legislativa” – afferma. “Per questo auspichiamo che la rimessa in discussione della Bolkestein lasci le mani più libere al Parlamento per riformare il settore.”
E a proposito, al Senato è spuntata la proposta – a firma Lega e Pd – di un rinvio delle aste al 2027, per dare tempo di organizzare le gare, e l’introduzione di un diritto di riserva che consenta al Governo di bloccare l’assegnazione di una spiaggia per motivi di sicurezza nazionale se non si ritiene affidabile il vincitore del bando. Ma è già arrivato lo stop del Movimento 5 Stelle.