FORTE DEI MARMI - Maxi donazione di Oleg Tinkov per l'inserimento scolastico dei profughi ucraini nelle scuole di Forte dei Marmi. Un gesto di generosità nel segno della pace da parte del magnate russo residente al Forte, in queste ore "punito" dal Cremlino per le sue dichiarazioni contro la guerra.
50mila euro per supportare i bambini delle famiglie dei rifugiati ucraini nell’inserimento scolastico sul territorio versiliese. Non è solo la cifra record a fare notizia, nella pur lunga corsa alla solidarietà di questi mesi. Bensì il fatto che ad elargire il generoso contributo economico è stata la famiglia di Oleg Tinkov, il magnate russo di casa a Forte dei Marmi, finito in queste ore nel mirino del Cremlino dopo le sue dichiarazioni via Instagram di assoluta condanna della guerra e dell’invasione in Ucraina. Costretto da Mosca di fatto a vendere, o meglio a svendere, la sua banca, la Tinkoff Bank, perdendo praticamente quasi tutta la sua fortuna stimata da Forbes in 9,2 miliardi di dollari.
A dare notizia della donazione è stato il sindaco di Forte dei Marmi Bruno Murzi. Il Comune – dove hanno la seconda casa tra i 500 e i 700 russi e alcune centinaia di ucraini – è stato uno dei primi ad aderire al progetto “La mia scuola è la tua scuola”, sostenuto dall’Istituto Comprensivo fortemarmino e dal Gruppo Banco BPM. “Con questo gesto abbiamo voluto sottolineare il nostro impegno e quello della famiglia Tinkov nei confronti della pace e la nostra contrarietà ad una guerra inutile che non ha ragione di essere” – ha dichiarato Roberta Buzzi, amministratore unico de La Datcha.
L’hotel extra lusso in centro è solo una delle attività aperte in questi anni al Forte da Tinkov, che negli anni è stato anche il main sponsor della squadra di seria A di hockey su pista. Un marchio, La Datcha, che il magnate russo ha annunciato oggi, in un nuovo post su Instagram, di voler portare via dalla Russia insieme al marchio Tinkoff Bank. “Sono della mia famiglia” – ha scritto – “non voglio macchiarli con il sangue dei soldati russi e dei cittadini ucraini”.