La Cassazione ha respinto la richiesta di mandato di arresto europeo per Reinhard Doring Falkenberg, il 76enne tedesco accusato in Cile di crimini commessi ai tempi di Pinochet, arrestato su mandato di cattura internazionale il 22 settembre scorso a Forte dei Marmi, dove era in vacanza con una comitiva di pensionati tedeschi.
Dopo due mesi, il 22 novembre, era riuscito a tornarsene a casa sua, a Gronau nella Renania Settentrionale. La Suprema Corte ha respinto la richiesta della Procura generale di Firenze, dichiarando il ricorso inammissibile: la motivazione non è stata ancora depositata, ma i giudici hanno confermato l’ordinanza con cui la Corte d’appello di Firenze aveva negato, nel dicembre scorso, la misura.
Falkenberg, in fuga da 16 anni e ricercato dall’Interpol, nel Paese sudamericano è accusato del sequestro del fotografo italo-cileno Juan Maino Canales, militante del Mapu, partito politico della sinistra cilena. Sequestrato a 27 anni insieme a due colleghi dagli agenti della polizia segreta cilena e mai più ritrovato. Il 76enne ex gerarca e torturatore del regime, dopo quasi due mesi passati nel carcere di Lucca, il 18 novembre era stato scarcerato per motivi di salute e sottoposto all’obbligo di firma. Una misura che sarebbe scaduta regolarmente il 22 novembre.Troppo tardi però era arrivata la richiesta di estradizione dal Cile, per poterlo fermare e riportare in patria. Protocollata al ministero della Giustizia italiano il 19 novembre, la Corte d’Appello di Firenze ne avrebbe avuto comunicazione infatti solo la mattina stessa del 22. Quando ormai la Questura di Lucca aveva già rimesso in libertà Falkenberg, tornato subito in Germania.