CARRARA - «Il porto di Carrara è concausa dell’erosione». Ad affermarlo stavolta non sono le associazioni ambientaliste, intervenute nei mesi scorsi a più riprese sul progetto di ampliamento dello scalo di Marina di Carrara, bensì l’Autorità Portuale.
In una risposta ad una pec dei Paladini Apuoversiliesi, una lettera firmata da tredici associazioni di Forte dei Marmi, Montignoso e Massa, il presidente dell’Authority Mario Sommariva ha ammesso che «il processo erosivo della costa è determinato anche dall’effetto deleterio dei tantissimi interventi distribuiti lungo la stessa e a volte mal concepiti», specificando tuttavia che questi effetti «nulla hanno a che vedere col porto di Carrara, che pertanto è concausa, non causa unica.”
“Un’affermazione forte, messa per iscritto per la prima volta” – fa notare la presidente dei Paladini Orietta Colacicco. Del resto, scrive Sommariva, lo studio del nuovo piano regolatore del porto è stato sviluppato “senza introduzione di opere che amplifichino il processo erosivo innestato dal porto”.
“Spero che queste affermazioni – commenta l’assessore all’ambiente di Forte dei Marmi Enrico Ghiselli – spingano adesso l’assessore regionale Monni a dare seguito alla richiesta formalizzata nel 2018 dai sindaci della costa apuoversiliese di attivare un “team coast”. Una cabina di regia guidata dalla Regione che includa Comuni, autorità portuali, balneari e categorie col fine di ripristinare la linea di costa, monitorando l’avanzamento dell’erosione e le opere di ripascimento necessarie da Marina di Carrara a Torre del Lago.”
Nel novembre scorso il presidente della Regione Eugenio Giani aveva affermato la volontà di fare della lotta all’erosione il progetto bandiera della Toscana da finanziare con i fondi del Pnrr.