VIAREGGIO - Avevano messo in vendita sui propri profili social tre anfore antichissime trovate in mare, risalenti al II secolo a.C., ovviamente senza averne nessun diritto. Sono state scoperte e denunciate dalla Guardia di Finanza due donne viareggine, accusate di ricettazione per violazione al codice dei beni culturali e del paesaggio.
Si tratta di tre anfore di tipo “greco-italico”, tardo Dressel, di ingente valore storico datate 200 a.C. Una delle due donne aveva postato su Facebook l’annuncio della vendita dei tre pezzi, con le relative foto, al prezzo di diverse migliaia di euro. Per i finanziari del gruppo di Viareggio non è stato difficile risalire alla signora. Una volta identificata, è stata verificata la sua situazione patrimoniale e reddituale e appurato che i reperti venivano detenuti senza alcun tipo di protezione o cautela. Su mandato della Procura di Lucca, le fiamme gialle hanno perquisito la donna. Le anfore sono state alla fine rinvenute, nascoste nell’appartamento di una seconda signora, sempre di Viareggio. I preziosi reperti sono stati messi a disposizione della Soprintendenza Archeologica delle Belle Arti e del Paesaggio di Lucca. Le perizie hanno confermato l’autenticità e la datazione dei beni. Da quanto emerso, le anfore sembrano essere state rinvenute in mare per la presenza, ben visibile, di concrezioni superficiali.
Il caso scoperto dalla Finanza rientra nell’azione di contrasto ai fenomeni illeciti commessi sul web e sulle piattaforme di vendita on-line.