LUCCA - All'incontro hanno preso parte Rahel Saya, giornalista e attivista afghana, scappata da Kabul lo scorso 25 agosto e alcuni esponenti di Fondazione Pangea Onlus, che hanno portato le testimonianza di altre donne rifugiate in Italia.
Sala al completo per la giovane attivista e giornalista afghana Rahel Saya, ospite d’onore del convegno “Una luce per l’Afghanistan”, l’evento dedicato a denunciare le più grandi violenze, non solo fisiche, ma anche morali e le libertà negate, organizzato dalla Federazione Italiana Donne Arti Professioni e Affari sezione di Lucca con le sezioni della Fidapa BPW della Toscana Litoranea. Saya all’alba del 25 agosto 2021,è riuscita a lasciare Kabul e raggiungere l’Italia grazie all’intervento del console Tommaso Claudi e alle forze di sicurezza italiane. “E’ un miracolo che oggi io sia qui, viva. – ha raccontato la 21enne – Se fossi rimasta forse sarei già morta”. Laureata in Legge e Scienze politiche all’Università di Kabul, volto di punta dell’emittente Radio-TV Andisheh, Saya nei suoi servizi, documentari e reportage da diverse zone dell’Afghanistan ha raccontato storie di coraggio di donne e bambine che lottavano per l’affermazione delle loro libertà civili e criticato duramente il regime talebano, subendo minacce e intimidazioni.
“Stiamo organizzando una serie di iniziative di solidarietà– ha dichiarato Emiliana Martinelli, presidente Fidapa Lucca – tese a sostenere le donne afghane giunte in Italia e a esprimere la solidarietà che questa tragedia richiede, in linea con il motto della Fidapa che è sempre stato Libertas; con le sezioni della Toscana litoranea vogliamo denunciare le più grandi violenze”.