ROMA - Proroga delle concessioni balneari solo fino al dicembre 2023 «al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere». Lo ha stabilito il Consiglio di Stato.
Le concessione demaniali marittime sono azzerate da 1° gennaio 2024. La sentenza del Consiglio di Stato è una doccia fredda per i balneari che chiude 15 anni di battaglie contro la direttiva Bolkestein. E stavolta nessun intervento legislativo o rinvio potrà evitare le aste. La decisione presa dall’adunanza plenaria del 20 ottobre scorso e depositata martedì sera dai giudici amministrativi boccia l’estensione delle concessioni al 2033 stabilita dalla legge Centinaio del 2018.
Non si tratta di una decadenza immediata. Sebbene i titoli concessori siano ritenuti non più validi da subito saranno efficaci ancora per altri due anni, fino al 31 dicembre 2023. Il tempo ritenuto congruo da Palazzo Spada per consentire al Governo e al Parlamento di bandire le gare per la messa all’asta degli stabilimenti balneari e per evitare allo stesso tempo l’impatto socio-economico di un annullamento immediato.
Poi, dal 2024 il settore sarà aperto alle regole della concorrenza, come richiesto dall’Ue dal 2006, senza possibilità di alcuna proroga. I concessionari attuali potranno comunque partecipare alle gare ma senza specifici vantaggi.
Una sentenza che scuote profondamente la categoria in Versilia che conta, da Torre del Lago a Marina di Carrara, oltre 600 imprese balneari. “Sconcertante e sconvolgente” – la definisce il sindacato Sib-Confcommercio, ma anche “contradditoria”. “I giudici bocciano le proroghe automatiche decise dal Governo ma ne concedono loro stessi una automatica di due anni” – sottolinea Sib. “Il Governo ponga rimedio ad un provvedimento assurdo del Consiglio di Stato che getta nella disperazione migliaia di famiglie” – commenta la Confesercenti della Versilia. I sindacati di categoria stanno studiando il dispositivo e la prossima mossa da fare. Ma la prima spetta alla politica, chiamata ad intervenire al più presto.