PROV. DI LUCCA - Domenica mattina imprenditori, collaboratori, consulenti, lavoratori e le famiglie di tutto il settore del marmo apuo-versiliese hanno presieduto pacificamente le cave per dimostrare e mostrare l'unità e il reciproco sostegno e rispetto volto, ormai da secoli, a salvaguardia del territorio, della sua storia, della sua economia e della sua ricchezza professionale, culturale e sociale.
Una giornata trascorsa sugli aspri contrafforti apuani e non in riva al mare anche perchè non è consuetudine per questa gente rispondere alle provocazioni di organizzazioni che di tanto in tanto si palesano come difensori di un male che non c’è. Tra le notizie diffuse agli organi di informazione le “fantomatiche” chiusure delle cave. Di certo ad oggi non c’è alcuna cava chiusa: le cave autorizzate nelle aree contigue stanno lavorando in piena legittimità e nel totale rispetto delle leggi, così come sempre hanno fatto. Il riscontro di alcune, limitate difformità rilevate nell’ultimo periodo in alcuni siti ha creato un temporaneo ordine di fermo circoscritto alle aree interessate dai singoli provvedimenti. In alcuni isolati casi, dove la corrente operatività non coincide con le interpretazioni date alle norme dagli enti di controllo, è in corso un confronto con il regolatore; nel rispetto di tutte le parti coinvolte, si definisce il corretto procedere dell’attività lavorativa. Una violenta campagna diffamatoria cui adesso il mondo del marmo ha deciso di dire basta. Va ricordato anche tutto l’indotto generato dalle attività legate al marmo, garantisce occupazione a numerose altre attività, trasporti, servizi, esercizi commerciali. Il beneficio che proviene da questa importante risorsa del territorio si specchia nel benessere sociale che ne deriva, al servizio di comunità che possono contare su un lavoro fisso e correttamente retribuito grazie al marmo. Il marmo delle Apuane rappresenta la storia di queste popolazioni tra passato, presente e…futuro.