MASSAROSA - A quasi 11 anni dalla strage della Gifas Electric di Massarosa un passo in avanti per rendere più severe le norme sulla detenzione di armi da fuoco per soggetti con disturbi psichici. Consentendo di negare o di revocare un fucile o una pistola a chi è non idoneo prima che sia troppo tardi.
Era il 23 luglio del 2010 quando il 51enne Paolo Iacconi tornò nella ditta, dalla quale era stato licenziato pochi mesi prima, per uccidere a colpi di pistola Luca Ceragioli, 48 anni, di Viareggio e Jan Frederik Hillerm, 33 anni, dirigenti dell’azienda massarosese, per poi togliersi la vita. L’omicida soffriva di gravi disturbi psichici, aveva subito un trattamento sanitario obbligatorio, e nonostante le sue precarie condizioni mentali aveva ancora un regolare porto d’armi. Da quella tragedia è sorta la battaglia della Ognivolta onlus di Gabriella Neri.
La Camera oggi ha approvato un emendamento, primo firmatario il deputato versiliese del Pd Umberto Buratti, con cui si stabilisce che il sindaco, in qualità di autorità sanitaria, debba comunicare al Prefetto, agli uffici e comandi delle Forze di polizia l’adozione di misure o trattamenti sanitari obbligatori connessi a patologie che possono far venir meno i requisiti psico-fisici per la detenzione di qualunque licenza di porto delle armi.
“Se davvero vogliamo prevenire delitti o omicidi è urgente rivedere le norme proprio a cominciare dalla comunicazione tra le istituzioni” – ha commentato l’onorevole Buratti. “Questa misura sono certo darà impulso all’emanazione del decreto che, come previsto dalla legislazione europea, stabilisce l’istituzione presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza di una banca dati per il tracciamento delle armi da fuoco.”