LUCCA - Da una parte la disperazione di chi da un anno ha dovuto rinunciare, o quasi, al lavoro a causa della pandemia dall'altra invece chi, in barba alle regole, non tiene conto dei sacrifici altrui e di coloro che hanno sofferto per la perdita dei propri cari.
Da una parte la disperazione di chi da un anno ha dovuto rinunciare, o quasi, al lavoro a causa della pandemia dall’altra invece chi, in barba alle regole, non tiene conto dei sacrifici altrui e di coloro che hanno sofferto per la perdita dei propri cari. Una situazione paradossale, quella restituita da queste immagini alla vigilia del giorno delle sofferte riaperture. Così, al tempo dei falsi miti, in cui l’irragionevolezza e il gesto eclatante diventano principi e i suoi ispiratori influencer, ovvero idoli da imitare, capita anche questo: che con gli ospedali semipieni e alla vigilia di un traguardo con tutte le limitazioni del caso, nel centro sfili un esercito di persone che stanno accalcate e che asseriscono di essere più libere degli altri perché avrebbero il coraggio di non indossare la mascherina e perché imprecano di fronte alle forze dell’ordine impegnate ad arginare la provocazione insensata. Una manifestazione la cui portata è stata oltretutto ingigantita dagli organizzatori che sui social hanno parlato di 1500 partecipanti, quando in realtà erano circa 450, diversi dei quali provenienti dai comuni limitrofi. La reazione a quanto assistito domenica, da parte degli stessi imprenditori che pure stanno manifestando per la propria causa, è di ferma condanna, così come quella del primo cittadino di Lucca Alessandro Tambellini.