PROV. LUCCA - I germogli di questa famiglia di piante, nella zona della piana di Lucca, erano già in fioritura quando è sopraggiunto il gelo. Per recuperare la produzione di una delle varietà di miele più apprezzate dai consumatori alcuni apicoltori porteranno le api in montagna.
Le temperature sotto lo zero dei giorni scorsi mettono in crisi anche la filiera del miele. Nello specifico, a fare le spese del gelo imprevisto, è la produzione del pregiato miele di acacia. I germogli di questa pianta erano in piena fioritura nella zona della piana di Lucca quando il termometro è sceso a -3 gradi; il freddo ha bruciato i fiori e le api non hanno più nettare di questo tipo.
Qui, ad esempio, ci troviamo a Santa Maria a Colle in un’azienda di apicoltura: le api, che volano entro un raggio di 3 km per rifornirsi di nettare, avrebbero trovato sulla collina di Maggiano diverse piante del genere acacia, ma a causa del gelo improvviso per l’annata 2021 non ci sarà produzione di questo tipo di miele, per lo meno non originario della pianura lucchese.
Un lavoro molto faticoso.
Per avere una buona produzione le api devono restare nella zona scelta per tutta la durata della fioritura. Nel caso della produzione d’acacia fino a giugno, quando si presuppone che il melario, la cassetta che contiene i favi, sia ben sigillato dalla api stesse. Questo tipo di miele è molto richiesto perché dolce e leggero, non cambia il gusto di tè o altre bevande in cui viene sciolto ed è molto apprezzato anche dai bambini; ma ci sono altre ottime varietà.