Camaiore - Decimo anniversario del delitto in cui venne ucciso Stefano Romanini, l'imprenditore camaiorese che venne assassinato davanti alla sua abitazione. Il mandante dell'omicidio fu il cugino Roberto, ma l'esecutore materiale è ancora sconosciuto.
Ricorrono 10 anni dal terribile delitto avvenuto a Camaiore in via Battisti l’8 febbraio del 2011 in cui perse la vita Stefano Romanini che all’epoca aveva 46 anni. Fu freddato da un killer con numerosi colpi di pistola la mattina presto davanti la propria abitazione mentre era diretto al lavoro. Romanini morì all’arrivo al pronto soccorso dell’ospedale Versilia in seguito alle gravi ferite riportate. L’imprenditore era titolare di una ditta di escavazioni, sposato con Giuliana Pellegrini e padre di due ragazze Serena e Stella. Fu la moglie a scendere subito in strada per sincerarsi delle condizioni del marito e che vide fuggire a piedi il killer, alto, magro vestito di nero con un cappuccio in testa, che non è mai stato trovato. Le indagini furono effettuate dal personale del Commissariato di polizia di Viareggio e della squadra mobile di Lucca. L’auto di Romanini parcheggiata di fronte la sua abitazione dove l’uomo cercò riparo fu crivellata dai colpi, furono 15 quelli sparati. L’indagine sull’omicidio è durata due anni, il 9 maggio 2014 fu rinviato a giudizio il cugino Roberto Romanini accusato dalla Procura di omicidio premeditato, nelle vesti di mandante e porto abusivo di armi. Dopo un processo iniziato con una prima udienza e annullato, un nuovo procedimento e per lui condanne all’ergastolo, sia in primo, che secondo grado, in attesa che la corte di cassazione chiuda questa definitivamente questa vicenda, senza che sia stato individuato chi quella mattina sparò e uccise Stefano Romanini.