PROV. DI LUCCA - Molte persone nei week end passati hanno scelto di trascorrere qualche ora sui crinali apuani. Esercizio affascinante ma impegnativo da affrontare con equipaggiamento adeguato e tutte le precauzioni del caso.
Non devono mai mancare i ramponi, la piccozza e, nel caso la neve sia più soffice, le ciaspole. Ma è necessario dotarsi soprattutto di buon senso evitando di mettere a rischio la propria vita e quella degli altri. Tra le mète più apprezzate, e lo si capisce anche da queste splendide immagini girate da Filippo Rossi dove possiamo notare tantissime impronte lasciate sulla neve ghiacciata, il gruppo delle panie. E’ il sentiero che parte da Piglionico nel comune di Molazzana e può raggiungere sia la Pania Secca che quella della Croce coi suoi 1711 metri. A questa altezza sono arrivate tante persone ove si consideri anche il grado di difficoltà per raggiungere la quota che salire poi con queste condizioni non è una passeggiata. Dopo una breve pausa proprio sul tetto del Rifugio Rossi, esplicativo di quanta neve sia caduta, si riparte salendo dal canalone che porta sul crinale della Pania della Croce. Notiamo subito che la spessa coltre bianca ha totalmente riempito la “buca della neve”: un ampio crepaccio profondo oltre 10 metri che normalmente conserva la neve per tutta l’estate. Si sale ancora su fino ad arrivare sul crinale. Tra l’altro in questa fase l’ascesa è molto faticosa e lenta poichè si deve salire sempre con l’utilizzo della piccozza che dà sicurezza soprattutto quando si taglia un versante in orizzontale. Una volta giunti sul crinale il panorama invernale è…straordinario. A questo punto procedendo con attenzione si arriva alla Croce che segnala i 1858 slm. Cogliamo l’occasione per ribadire con forza che queste escursioni devono essere fatte da persone esperte e ben equipaggiate, in modo tale da ridurre al minimo il livello di rischio. Si devono evitare incidenti che poi comportano problemi e difficoltà ad altre persone e agli stessi componenti del Soccorso Alpino Speleologico della Toscana.