Viareggio - A 24 ore dalla sentenza della Cassazione, i familiari delle vittime della strage e i loro legali hanno fatto il punto su quanto emerso dal dispositivo della Suprema Corte, che nonostante la prescrizione di alcuni reati, ha sancito che quello del 2009 fu un disastro ferroviario di cui gli imputati sono colpevoli
Passato lo shock iniziale per la sentenza della corte di Cassazione per la strage di Viareggio che ha fatto cadere in prescrizione i reati di omicidio colposo e incendio colposo per i tredici imputati, i familiari delle vittime, i membri dell’associazione “Il Mondo che Vorrei” e l’avvocato Tiziano Nicoletti in rappresentanza del pool di avvocati che hanno lavorato al processo in questi 10 anni, si sono ritrovati nuovamente nella sala della Croce Verde di Viareggio, dove hanno voluto fare il punto della situazione a 24 ore dalla sentenza. Presenti, nella sala, anche una rappresentanza del comune di Lucca e l’onorevole Umberto Buratti. E’ stato Andrea Maccioni a leggere il comunicato redatto dei familiari a cui ha seguito Marco Piagentini, che nella compostezza che lo ha sempre caratterizzato in tutti questi anni , ha voluto sottolineare ancora una volta come questa sentenza non abbia cancellato le colpe per quello che è avvenuto e che sono state provate dal processo di primo grado e da quello di appello.
Concetto che è stato ribadito chiaramente anche dall’avvocato Tiziano Nicoletti, che ha ripercorso i passaggi salienti del dispositivo redatto dalla Cassazione ipotizzando quanto contenuto nelle motivazioni depositate e che andranno esaminate nei prossimi giorni.