FIRENZE - La Toscana resta zona arancione e vede slittare, probabilmente a domenica prossima 20 dicembre, il ritorno nella fascia gialla. La decisione di venerdì sera della cabina di regia ha deluso il mondo economico e spiazzato lo stesso Presidente della Regione Eugenio Giani che con eccessivo ottimismo nei giorni scorsi aveva previsto l'addio all'arancio già da questa domenica.
E’ lo stesso Giani in diretta Fb a spiegare il perchè della mancata promozione da parte degli esperti e del Ministero, nonostante i dati toscani dell’ultima settimana siano confortanti, con un consolidato calo dei contagi e dei ricoveri e un aumento dei posti letto disponibili.
La permanenza in zona arancione ha provocato l’ira e la frustrazione delle categorie economiche, che vedono sfumare anche l’ultima settimana di shopping di Natale, con i negozi costretti ad accontentarsi dei clienti residenti nei Comuni. Confesercenti chiede un tavolo di emergenza per trovare soluzioni. Confcommercio chiede direttamente al governatore di firmare un’ordinanza sul modello dell’Abruzzo, per anticipare de facto la zona gialla. Ma la strategia di Giani al momento è più morbida.
Durissima la nota di Confcommercio Lucca Massa-Carrara. “C’è grande rabbia nei confronti di un Governo che si dimostra ogni giorno sempre più inadeguato, ma anche verso un governatore come Eugenio Giani che nelle ultime due settimane ha prima affermato che il passaggio da “zona rossa” a “zona arancione” potesse essere anticipato di un giorno, salvo poi essere smentito dai fatti. E in questa settimana ha illuso tutti dando quasi per certo il ritorno in “zona gialla”, salvo poi anche qua essere smentito dai fatti. “Giani – insiste il presidente di Confcommercio Pasquini – adesso ha l’obbligo di rimediare, con azioni forti e immediate. Se il governo non ascolterà le sue richieste Giani batta i pugni sul tavolo e si faccia valere per una volta. La situazione delle nostre imprese è disperata – termina Pasquini -: come diciamo dall’inizio della pandemia qua in ballo c’è la sopravvivenza di migliaia di imprese e centinaia di migliaia di posti di lavoro e non siamo più disposti a tollerare che a decretarne la morta sia la inettitudine di chi ci governa”.