VIAREGGIO - Vincitori e vinti. Promossi e retrocessi. Le pagelle di quest'anno pesano e fanno discutere e ridisegnano la geografia del Carnevale di Viareggio in vista del prossimo bando di concorso che la Fondazione dovrà elaborare entro pochissimi mesi.
Partiamo dai grandi. Dove la vittoria di Home Sweet Home dei Lebrigre-Roger sembra aver messo tutti d’accordo. Inaspettato invece il secondo posto per Robotika di Luigi Bonetti che grazie alla medaglia d’argento riesce miracolosamente a salvarsi dalla retrocessione in seconda. Il gigantismo e i movimenti di Cristiano Ronaldo valgono il terzo posto per i Cinquini. Al quarto posto – alla lettura dei verdetti – fischi dal pubblico, deluso per un Allegrucci sempre sorprendente che veniva dato tra i favoritissimi.
A metà classifica Beata Ignoranza di Roberto Vannucci prima di scendere al sesto posto che appaia la tigre cinese di Alessandro Avanzini e Olè di Carlo Lombardi. Un buon sesto posto che non basta a salvarlo: e così Lombardi finisce in seconda categoria. Così come Massimo Breschi, vincitore nel 2015, e oggi retrocesso tra i piccoli per l’ottavo posto. E infini la bordata di fischi della piazza per Fabrizio Galli, ritenuto ingiustamente confinato all’ultimo posto con il carro più carnevalesco e viareggino dell’anno. “Hanno tentato di farmi fuori” – commenterà in serata su Fb, aggiungendo. “Se pensano di farmi abbassare la testa, si sbagliano di grosso.”
In seconda vittoria applauditissima per Luca Bertozzi: la promessa del Carnevale sale di diritto nell’Olimpo della prima categoria, insieme – un po’ a sorpresa – a Luciano Tomei forte di un ottimo secondo posto. Pesantissimo l’ultimo posto per L’amaro italiano, uno degli unici due esempi rimasti di satira politica, che condanna il bravo Edoardo Ceragioli a retrocedere tra le mascherate di gruppo.
Da lì sale invece una delle prime carriste donna Marzia Etna, seconda in classifica con Terra Promessa dietro a Silvano Bianchi ma prima nei punteggi del triennio. Dalle mascherate scendono Adolfo Milazzo ed Emilio Cinquini che finiscono tra le maschere isolate. Da dove invece emergono due giovani promettenti: Matteo Raciti, vincitore con il suo Gulliver e Stefano Di Giusto con i Sorci Verdi.