LUCCA - Il presidente del consiglio comunale è stato l'unico firmatario del documento da lui stesso proposto e a cui avrebbero dovuto aderire tutti gli eletti del Partito Democratico, al fine di scongiurare le creazione di liste autonome in contrapposizione del PD nelle prossime elezioni comunali
Al di là di tutte le considerazioni politiche, il dato di fatto rimane: l’unico firmatario del patto di lealtà verso il PD, promosso dal presidente del consiglio comunale Matteo Garzella, è stato lo stesso Garzella. Il documento, ideato dal rappresentante del PD per arginare in qualche modo la migrazione di eletti verso altre liste che proponessero candidati in contrapposizione a quelli del Partito Democratico, aveva da subito suscitato reazioni tiepide da parte degli stessi vertici territoriali del partito, che di fatto si erano sfilati, classificando questa come l’iniziativa personale di un iscritto. Ma nonostante questo Garzella è voluto andare avanti, e durante la conferenza stampa successiva alla firma, ha tenuto a ribadire che nonostante l’iniziativa sia stata ignorata, lui non la reputa un fallimento, puntando invece il dito verso chi non ha aderito.
Diversa invece, la lettura che hanno dato in molti di questa iniziativa, considerandola solo un tentativo di visibilità di Garzella in vista della prossima tornata elettorale del comune di Lucca, Anche perchè una clausola simile a quella proposta, è già presente nello statuto del PD. Clausola che portò, ad esempio, alla sospensione dal partito di Giorgio del Ghingaro, dopo la creazione di una lista autonoma in contrapposizione al candidato del PD nelle elezioni di Viareggio.