LUCCA - I carabinieri del nucleo antisofisticazioni di Livorno e del Norm si sono recati all'ospedale ed hanno prelevato e posto sequestro due sonde per l'esecuzione dell'ureteroscopia in dotazione alla sala operatoria dove è stato operato Dal Porto.
E’ entrata nel vivo l’inchiesta della Procura sul caso del rene sano asportato per sbaglio al San Luca ad un paziente, l’ex imprenditore Guido Dal Porto. I carabinieri del nucleo antisofisticazioni e del Norm si sono recati all’ospedale ed hanno prelevato e posto sequestro due sonde per l’esecuzione dell’ureteroscopia in dotazione alla sala chirurgica dove è stato operato Dal Porto.
Si tratta di un sequestro importante perchè l’ureteroscopia è l’esame pre-operatorio con il quale si sarebbe dovuto verificare la presenza del tumore sul rene da asportare. L’urologo che ha eseguito l’operazione ha dichiarato alla stampa che lo strumento che aveva a disposizione non gli aveva permesso di raggiungere il punto dove il referto indicava il tumore e quindi non aveva potuto accertare la sua effettiva presenza. Di conseguenza, aveva condotto l’operazione solo sulla base del referto che però, si è scoperto dopo, era clamorosamente sbagliato.
Finora non era emerso che i sondini a disposizione sarebbero stati, non uno ma due, uno di 43 e uno di 67 centimetri. Adesso gli inquirenti dovranno verificare se il medico abbia utilizzato solo uno o tutti e due gli strumenti e in definitiva perché non sia stata accertata la reale situazione del paziente prima dell’inizio dell’operazione.
L’inchiesta quindi va avanti. Il reato ipotizzato dalla procura è quello di lesioni gravissime ma al momento non risultano persone indagate.