LUCCA - Giornata di studio all'auditorium San Romano sul tema della riforma del lavoro attuata dal governo. Organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera, il convegno moderato da Oronzo Mazzola, ha visto tra i relatori il senatore Piero Ichino e l'economista Pietro Garibaldi.
Nel Jobs Act c’è la svolta, è giunto il momento che il contratto a tempo indeterminato torni ad essere una normalità». Parole del senatore e giuslavorista Pietro Ichino che ha aperto i lavori del convegno “Gli effetti giuridici ed economici della riforma del lavoro”, organizzato dalla Fondazione Giuseppe Pera in San Romano. Una giornata di studio e di confronto sul Jobs Act, a diversi mesi di distanza dalla sua introduzione, guidati dagli interventi di apertura del senatore Ichino e dell’economista Pietro Garibaldi. Da una parte, quindi, un approccio teorico e politico sulla riforma del lavoro, spiegata da chi ha contribuito a realizzarla; dall’altra una valutazione più pratica, economica appunto, sulla reale attuazione e le dirette conseguenze della nuova normativa. «Obiettivo della riforma – ha continuato Ichino – è instaurare un nuovo regime che consenta al contratto a tempo indeterminato di tornare ad essere quello che era ormai mezzo secolo fa: la normalità. Abbiamo bisogno che torni ad essere la forma normale di assunzione, anche per far sì che i datori di lavoro tornino ad investire nella formazione dei collaboratori». Il contratto a tutele crescenti ha rappresentato infatti la centralità dell’intervento di Ichino: aspetto che il senatore aveva già previsto in una proposta di legge del 2009 e che costituisce uno dei cambiamenti più importanti e discussi contenuti nel nuovo ordinamento del lavoro. L’economista Pietro Garibaldi, invece, è entrato nel merito delle ragioni economiche e dei primi effetti della nuova disciplina dei licenziamenti.