MOTORI - Si corre sabato e domenica la prova marchigiana. Il pilota garfagnino tenterà di dare l'assalto decisivo all'ottavo titolo tricolore, ma deve rintuzzare i pericolosi rivali Scandola e Basso.
Se c’è una cosa che lascia incantati di Paolo Andreucci, oltre alla sua straordinaria bravura, è il sorriso che lo accompagna nel quadro di una carriera che ha saputo costruire facendo leva su doti come impegno, abnegazione e meticolosità, talvolta certosina. Il 49enne campione di Castelnuovo Garfagnana, sette titoli in saccocia da poter raccontare ai nipoti, sa che l’ultima sfida è sempre quella più importante e che al momento tutto il resto non conta proprio un bel nulla. Ecco perchè alla vigilia del 21esimo rally dell’Adriatico, settima e penultima prova del Cir 2014, il nostro ha la concentrazione dei giorni migliori ma soprattutto ha sviluppato una macchina, la Peugeot 208 R5, che offre ampie garanzie. Poi, si sa, le corse sono imprevedibili e l’incognita è sempre dietro l’angolo, ma fossimo in Scandola e Basso, i suoi due grandi rivali, non saremmo tranquilli. E probabilmente non lo sono. Del resto a due prove dalla fine (poi ci sarà l’inedito Due Valli) e con 30 punti ancora in palio la situazione di classifica è eloquente: Scandola 67, ma sul veronese pende la spada di Damocle di un risultato sub judice e di uno scarto da effettuare, Andreucci 65 e Basso 64. Gli altri sono lontani, anzi non ci sono mai stati. L’Adriatico 2014, che scatterà sabato da Ancona e si concluderà domenica in quel di Cingoli, prevede 11 PS impegnative, due nella prima tappa, ben nove nella seconda. Ci sono invece due vittorie per Paolino Andreucci nell’albo d’oro dell’Adritiaco, firmate anni di grazia 2009 e 2012. Qui rivediamo alcuni passaggi del trionfo del garfagnino nel 2009, ovvero nella 16esima edizione quando sugli sterrati dell’entroterra marchigiano ebbe la meglio su Rossetti e Navarra lasciati ad oltre 1′. Un trionfo, uno dei tanti dell’inimitabile Ucci con la mitica Peugeot 207 super 2000.