LUCCA - E’ soddisfatto Marco Chiari e ha voglia di far sentire la propria voce dopo aver letto la sentenza con cui la Cassazione ha riconosciuto l’infondatezza delle accuse sostenute dalla Procura.
Lo scorso giugno Chiari e altre quattro persone furono arrestate nell’ambito del’inchiesta sull’urbanistica a Lucca ‘’Volpe nel deserto’’. Nelle motivazioni, rese note solo oggi, i giudici romani sostanzialmente smontano le accuse di corruzione, sia propria che impropria, e dunque, secondo Chiari, affermano l’ingiustizia dell’averlo arrestato e fatto rimanere in carcere per 15 giorni. Adesso l’ex assessore all’urbanistica chiede l’archiviazione del caso e la propria riabilitazione. A questo punto Chiari ci va duro anche con i magistrati. ‘’Chiedero’ i danni allo Stato, è ovvio – ha detto -. Ma se si dovesse riscontrare un discorso persecutorio nei miei confronti, nulla vieta che ne venga chiesto conto al pubblico ministero che non puo’ usare illecitamente il suo diritto ad indagare’’. Chiari intende chiedere i risarcimenti, sia morali che materiali: ‘’Mi hanno tolto tutto i beni bancari e gli incarichi che avevo faticosamente ottenuto sono stati revocati dai committenti dopo il mio arresto: ho perso centinaia di migliaia di euro’’.