VIAREGGIO - In una sala affollatissima di giovani ha preso il via il progetto Boys dont’ cry, per educare alle differenze sessuali. Il percorso iniziato al teatro Jenco è rivolto agli studenti dell’ultimo biennio delle scuole secondarie di secondo grado della città.
Nello specifico, gli interventi dei relatori nel primo appuntamento hanno riguardato l’ omotransfobia e il modo in cui combatterla. Ospite dell’evento Cristina Grandi, ostetrica dell’attività consultoriale giovani Asl toscana nord ovest e Giulio Marlia, critico cinematografico che ha guidato i ragazzi alla visione del film ‘Boys don’t cry, accompgnati dall’assessore al welfare Gabriele Tomei. Si tratta di un progetto regionale, organizzato dal comune di Viareggio in qualità di partner della rete nazionale delle amministrazioni pubbliche anti discriminazione, in collaborazione con Arci Lucca- Versilia. Con il coivolgimento, come si vede dalla folta partcipazione, del mondo della scuola. Un percorso contestato fin da subito contestato, in primis dall’associazione famy day, ma anche sui social. Nel mirino il secondo appuntamento in programma, quello del 21 novembre, come per il primo in orario scolastico, che vedrà, come ospite Vladimir Luxuria. L’associazione ha invitato a boicottorare entrambi gli appuntamenti, che ha definito ‘incontri gender politicizzati’ . Raccomandazione, che per la prima, pare non abbia avuto seguaci.